Sta venendo giù una fiumana di eventi imprevedibili e preoccupanti da rendere i rapporti umani sempre più fragili. Mai come ora si sente la necessità di intraprendere un viaggio alla ricerca di serenità e sicurezza emotiva, non più attraverso un apparato ideologico né tanto meno in una posizione sociale. Eppure siamo confusi da sentirci inadeguati e preoccupati, sogniamo di vivere un mondo paradisiaco. E così, mentre nei vertici si tesse una rete ingannevole, offrendoci piani di sicurezza, i media si fanno portatori del benessere personale che, attraverso il défilé di volti giovani e felici, conducono la massa sempre di più alla dipendenza e all'illusoria utilità delle cose. .
Le colpe sono ben distribuite e ciascuno ha la sua parte. I messaggi destabilizzanti passano in ogni angolo del nostro vivere, ciascuno con la sua vanitosa verità tanto da rendere difficile ogni mediazione. La scarsa accondiscendenza e ascolto dei valori altrui contribuisce a modificare l’ambiente in cui viviamo e a modificare la nostra architettura istituzionale e sociale. Si è risvegliato il bisogno di una nuova democrazia, ma ciascuno ha un suo piano di ristrutturazione. La ricostruzione è affidata a menti potenti, fanatici della ricchezza materiale, che abilmente prendono in mano i problemi e le soluzioni collettive, usando come vessillo il mito della libertà individuale. Un piano di restauro che non ha precedenti poiché inizia nel nocciolo del potere. Si galvanizza la platea attraverso promesse di benessere collettivo, spingendola a illudersi di poter cavalcare l’elefante bianco, mentre s’indossano nuove corazze e si restaurano vecchi alibi. C’è chi riesce a superare profonde ferite e chi non è in grado di affrontare neanche una lesione superficiale. Le persone sfiduciate o indecise non se la sentono di assumersi i rischi che l'azione collettiva comporta, così si adeguano alle circostanze. La tribù vuole protezione e si affida all’arbitrio di chi comanda, di chi stabilisce ciò che è giusto o ingiusto, bene o male, dimenticando le vecchie storie tragiche delle ideologie passate e le ultime testimonianze delle aberranti conseguenze che inquinamento, guerre e sfruttamento hanno generato in questo mondo. L’aria che si respira è contaminata da scorie che producono ansie, illusioni e alimentano nuove sofferenze. .
La mente spazia mondi impossibili affidando a terzi la colpa dei suoi naufragi. Continuiamo a fuggire dalla nostra storia cercando incessantemente un mondo che non esiste, ma non serve spaziare nell’universo se non conosciamo il mondo in cui viviamo.
Si dice spesso che c’è sempre una via d’uscita, io ci credo. Non possiamo più dare ascolto a quei geni che, in nome di un mandato divino, si proclamano guide indiscutibili e insostituibili, condizionano ogni cosa e conducono verso la nebbia e l’oscurità. Non lasciamoci catturare dalle illusioni fuggendo la nostra storia, il nostro è un viaggio complesso, proviamo, soprattutto ora, a cercare individualmente di scoprire e riconoscere la nostra mente … può sembrare non facile riappropriarci della nostra identità naturale, ma pretendere di cavalcare l’elefante bianco, senza prima domarlo, è da folli. La mente possiede una vitalità sconfinata, addestrarla guida alla calma e a mitigare le paure … questo lo possiamo sperimentare facendo amicizia con il silenzio interiore … è sbalorditivo osservare dopo, quante cose si muovono.
Questo è il mondo in cui dobbiamo agire, questo è il nostro mondo.
Questo è il mondo in cui dobbiamo agire, questo è il nostro mondo.
Con l’aiuto di un film animato di “You Tube” e attraverso una rielaborazione con “Paint” e “Power Point” riporto la sintetica narrazione del … “Il sentiero dell’elefante bianco”. Anche l’illustrazione simbolica può contribuire alla ricerca di valori persi o dimenticati.
Questo lavoro non è un consiglio per gli altri è un suggerimento che prescrivo a me stessa e che comunico agli altri. Sono convinta che questa pratica meditativa possa produrre dei semi da spargere dopo la carestia, che possa portare a comprendere quali mezzi disponiamo per agire affinché gli ostacoli che incontriamo non sembrino più grandi e a migliorare l’atteggiamento empatico nei confronti degli altri. C’è sempre una parte del nostro mondo interiore chiaro e gioioso che muove e soffia sulle nubi scure, disperdendo le scorie sospese nell’aria.
Questo lavoro non è un consiglio per gli altri è un suggerimento che prescrivo a me stessa e che comunico agli altri. Sono convinta che questa pratica meditativa possa produrre dei semi da spargere dopo la carestia, che possa portare a comprendere quali mezzi disponiamo per agire affinché gli ostacoli che incontriamo non sembrino più grandi e a migliorare l’atteggiamento empatico nei confronti degli altri. C’è sempre una parte del nostro mondo interiore chiaro e gioioso che muove e soffia sulle nubi scure, disperdendo le scorie sospese nell’aria.
Da leggere questo articolo “La Consapevolezza dello sforzo”
da “Il Cuore di Buddha” di Chogyam Trungpa Rinpoche



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