Togliere
la sudditanza del Parlamento al Governo è cosa giusta se si rispettano i
principi costituzionali e quindi la divisione dei poteri. La questione ora
prende un po’ tutti, il paesaggio è cambiato si è consumato il fallimento della
politica che da anni ha rappresentato solo una parte degli interessi dei suoi
elettori e oscurato gli effetti dell’austerità sulla maggior parte della
popolazione. E’ lunga la lista di leggi “ad personam”, come il “legittimo impedimento”, l’indulto che concedeva un
“bonus” di 3 anni al sig. B., il condono, il falso in bilancio solo per
ricordare alcuni, un Parlamento asservito alla volontà del premier, un
Parlamento instabile che inevitabilmente ha spinto a rivoluzionare la sua
solidità e formazione. L’arrivo di questi giovani trentenni e quarantenni del
M5S è una lezione, ricordo Monti quando si esprimeva nel considerare i giovani
“una generazione perduta”. Eppure anche quest’onda rivoluzionaria rischia di
creare le sue inondazioni. La democrazia digitale ha
determinato un risultato quasi superiore della televisione, però mi domando:
non è troppo estremizzante la democrazia in rete? Valorizzare referendum e voti attraverso il mouse
si è più esposti all’emotività del momento che, se pur legittima non offrono
stabilità governativa. L’elettorato non sceglie né la maggioranza né il
Governo, spetta ai partiti risolvere i consensi attraverso i quali formare poi
la maggioranza politica. Il Parlamento è
l’organo rappresentativo e lavora seguendo le sue idee, ma lo deve fare per il
bene collettivo. Anche fare opposizione, vuol dire assumersi la responsabilità.
Larghe intese e dialogo non sono utopie, la strada si è fatta
stretta, ci vuole molta pazienza, prudenza, coraggio e conoscenza….

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