martedì 5 marzo 2013

C’è da capire davvero cosa succederà…


Togliere la sudditanza del Parlamento al Governo è cosa giusta se si rispettano i principi costituzionali e quindi la divisione dei poteri. La questione ora prende un po’ tutti, il paesaggio è cambiato si è consumato il fallimento della politica che da anni ha rappresentato solo una parte degli interessi dei suoi elettori e oscurato gli effetti dell’austerità sulla maggior parte della popolazione. E’ lunga la lista di leggi “ad personam”, come il “legittimo impedimento”, l’indulto che concedeva un “bonus” di 3 anni al sig. B., il condono, il falso in bilancio solo per ricordare alcuni, un Parlamento asservito alla volontà del premier, un Parlamento instabile che inevitabilmente ha spinto a rivoluzionare la sua solidità e formazione. L’arrivo di questi giovani trentenni e quarantenni del M5S è una lezione, ricordo Monti quando si esprimeva nel considerare i giovani “una generazione perduta”. Eppure anche quest’onda rivoluzionaria rischia di creare le sue inondazioni. La democrazia digitale ha determinato un risultato quasi superiore della televisione, però mi domando: non è troppo estremizzante la democrazia in rete?  Valorizzare referendum e voti attraverso il mouse si è più esposti all’emotività del momento che, se pur legittima non offrono stabilità governativa. L’elettorato non sceglie né la maggioranza né il Governo, spetta ai partiti risolvere i consensi attraverso i quali formare poi la maggioranza politica. Il Parlamento è l’organo rappresentativo e lavora seguendo le sue idee, ma lo deve fare per il bene collettivo. Anche fare opposizione, vuol dire assumersi la responsabilità.

Larghe intese e dialogo non sono utopie, la strada si è fatta stretta, ci vuole molta pazienza, prudenza, coraggio e conoscenza….



 

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