mercoledì 3 giugno 2015

Scrutini senza inganno e ricatti


Ci siamo quasi, è tempo di scrutini. Sempre più le scuole si stanno trasformando allo scopo di favorire il mercato e non la persona. Al collegio docenti ci consigliano di dare agli alunni una possibilità fino all’ultimo giorno anche a chi, per un anno intero, ha lavorato poco o nulla e solo alla fine si scuote un po’.  Più alunni promossi più la scuola incassa. Come insegnante non sempre mi ritrovo in accordo alla dirigenza e al suo staff, non si può fare mercato sull’educazione. A nulla servono le minacce dei ricorsi o la rabbia dei genitori. Educare è un’arte, dove ogni insegnante deve escogitare strategie, inventare e immaginare percorsi possibili e non è facile aiutare a tirar fuori ciò che sta dentro ad ogni alunno in un mondo così condizionato, così incompreso e così connesso al traffico commerciale.

Ed ecco i pianti di chi alla fine dell’anno sente la sconfitta. Questi giovani arrivano alle scuole superiori già feriti da troppo protezionismo e rassicurazioni … “Va tutto bene, non preoccuparti”. Perché ingannarli? Negli ultimi anni le competenze degli studenti seguono una tendenza negativa tanto da richiedere azioni incisive come i corsi di recupero o percorsi individualizzati liberandoli non solo dalla responsabilità del loro ruolo, ma sostenendo la richiesta dei genitori a fare molto di più per i loro figli. E perché non spronare i genitori ad assumersi pienamente il proprio compito educativo senza incolpare l’insegnante del fallimento dei figli? E come qualcuno asserisce, le difficoltà mettono radici, i modelli si cristallizzano e gli stereotipi prendono il sopravvento.

Abbiamo contribuito a creare una società malsana tanto da avere più di 2 milioni di giovani NEET. I nostri adolescenti se pur considerati “grandi” nel pianeta dei consumi e abili nell’uso delle tecnologie, dall’altro sono stabilmente tutelati dal lupo cattivo. Non solo non siamo più capaci di chiedere a loro responsabilità, ma li incoraggiamo a essere sempre più lontani dall’avere un’idea sul futuro. Diciamo loro di non stare in apprensione ma è quando tutto non va liscio, cadono nella disperazione e sperano di trovare altri conforti.

Il danno passato è inconsapevole, ma è altro danno il nostro pietismo e la paura dei ricorsi tanto da elargire promozioni ingannevoli. Pensiamo davvero in questo modo di aiutarli promuovendo chi non è degno? Se a 16, 17 anni si comportano così, come saranno a 25 o 30? S’inventano nuove teorie e poi si trasformano in verità. Una realtà che si ripete ogni anno, tanto da trasmettere alle future generazioni che, anche se non si fa nulla, tutto si risolve, l’importante è recuperare all’ultimo istante. E’ la via dei furbi ed è la più facile. Bella scuola la nostra e poi ci si stupisce quando un criminale dopo aver corrotto, rubato o evaso può essere eletto e pretendere di rappresentarci solo perché ha compiuto un atto di beneficienza. Non temo i ricorsi né le pretese dei genitori protettivi. E se poi, secondo la “Buona Scuola” non sono meritevole di essere una “buona” insegnante, allora datemi un calcio e restituitemi il diritto ad andare in pensione. La società si sta disgregando e tutto va troppo veloce, per me scuola è rigenerare la persona e non per sfornare potenziali consumatori e disonesti.