mercoledì 25 novembre 2015

Quando manca l’arte del vivere


C’è molta ignoranza sulla storia di questo martoriato mondo e troppo ci soffermiamo sui nostri confini. Da echi giunti da lontano e per sentito dire giudichiamo e condanniamo, come se la responsabilità è sempre degli altri. A scuola i giovani studiano le divise militari, le strategie e i motivi che hanno innescato la prima e la seconda guerra mondiale … poi tutto tace. E così, dopo l'ennesima tragedia che ci ferisce, arrivano i “saggi” che si considerano “profeti delle sciagure” e offrono la loro ricetta contro gli immigrati che fuggono dalla violenza e una maggiore militarizzazione del territorio . C’è ancora molta ignoranza su quanto tutto ciò che accade nel mondo è interconnesso. Ha utilità cercare il colpevole?
 

 


Si pensa davvero che accettare di scambiare le offensive con la pace tutto l’odio accumulato nel tempo, cessi di esistere? L’odio ha molte storie e non riguarda un solo evento. Abbiamo perso l’arte del vivere e non c’è politica o religione che tenga a questo scempio. Ci nutrono di paura immagazzinando l’orrore con lo scopo dell’affare … (e parlo di armi, proselitismo, interventi per la “pace” e per la “giustizia”) per poi giustificare il loro intervento in nome della nostra sicurezza. Non c’è alcuna ricerca spirituale in questi “dotti” se non il loro sventolare conoscenze in strategie che confondono le masse tanto da farle accettare la militarizzazione delle città. Le esigenze di sicurezza, in questi tempi così difficili, richiedono anche l’elogio di chi interviene militarmente con tecnologie sempre più artefatte. Guerre di mercato e invasive che oltre a colpire il nemico creato si falcidiano persone incolpevoli e ignare "dell’intelligenza" di queste armi e dei loro sapienti creatori.
 



L’arte del vivere riguarda il rapporto con ogni cosa - tra gli esseri umani, con il cielo, la terra, l’acqua - e non in un ideale di pace astratto. Riguarda ciò che accade in questo istante e solo in quest’arte di vivere può nascere una nuova cultura.  Una libertà che vedo sempre più lontana!

 



Non so come sarà domani, di certo mai uguale a com’è stato l’oggi. Non possiamo rimettere le cose com’erano né realizzare ciò che vorremmo. Penso che, in mezzo  a tutto quanto, possiamo trovare momenti di serenità. Il dolore risveglia la nostra presenza dandoci la possibilità di vivere per noi stessi … Siamo ancora molto poveri spiritualmente, così la sera quando il cielo si colora, mi avvio a salutare il giorno … nel ritorno mi sento passeggera.
 
 
 
 
 
 
 

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