Può non interessare se
parlo di scuola, eppure ogni parte della realtà influenza un’altra parte della
realtà … siamo tutti coinvolti!
Il nuovo
sistema di ammaestramento e l’alternanza scuola-lavoro hanno accresciuto il
numero di organizzazioni private che collaborano con il settore dell’istruzione
(e non sono ONLUS). E’ dato sempre più valore ai progetti che all’insegnamento
tanto da cambiare la figura del docente da educatore a impresario avviando un
sistema di masterificio che non ha precedenti. Corsi su corsi, dove entra di
tutto pur di assecondare la miriade di associazioni che promuovono e
assecondano le esigenze di questo sistema. Insegnanti sempre più alle prese con
corsi e workshop sui temi della trasformazione digitale e
sull'imprenditorialità, alcuni ricattati dai nuovi sistemi di assunzione che
quantificano e danno priorità ai progetti rispetto all’esperienza e alle
qualità pedagogiche di un educatore. Altri sono spinti dai bonus premiatici se
il progetto è didatticamente innovativo, per tutti gli altri resta un’ombra
sfumata.
Nei cambiamenti indotti
diventa obbligatorio adeguarsi e così una cosa condiziona l’altra. Il mercato e la burocrazia hanno infettato
l’istruzione, stressando docenti e discenti con orari da schizofrenia. Si sta creando omologazione, comprimendo la
libertà professionale, si considera migliore chi risponde perfettamente alle
prove invalsi e si favorisce chi esterna un progetto da chi insegna in classe.
Come fa un dirigente a individuare le buone qualità di un insegnante quando non
è mai presente a una sua lezione? E quanti sono i veri educatori che con anni
di esperienza, abbracciano tutto ciò che è in una classe, che lasciano la
porta aperta a ciò che nessun libro o
dogma può offrire e che invece saranno giudicati, a discrezione del dirigente,
non idonei a essere assunti solo perché non hanno programmato ed esternato un
progetto imposto. E chi mi garantisce che la scuola oggi sia esente da clientelismi,
corruzione, peculato e abuso di potere? E’ ormai consuetudine che ogni settore,
dove circolano denaro e potere, non è immune da questi comportamenti illegali. Il trionfo del tecnicismo e il dogma mercatistico
stanno sbaragliando il fine della scuola, la considerazione dell’età del destinatario
e il compito fondamentale dell’insegnante. E che importa se si allarga la
dipendenza da smartphone o non si conosce il congiuntivo, persino il bignami,
in questa cultura frammentata, affrettata e dispersiva, sembra un’enciclopedia.
A nulla serve il tempo dedicato ai progetti se non c’è continuità, elaborazione
ed esperienza tra ciò che s’impara e le scelte che si compiono! A nulla serve il premio sul riciclo e il rispetto della natura se poi intorno
all’edificio scolastico si contano decine di bottiglie di plastica, cicche e
mozziconi di sigarette. Dov’è l’effetto educativo? E potrei continuare … tutto ciò che
si ricava da questa incertezza, è la competizione e la spaccatura tra docenti,
la confusione tra gli alunni e l’illusione degli effetti dei progetti ad hoc.
Se apro la finestra sul mondo, non c’è da
allegrarsi, dai dati Istat sembra un paese uscito dalla guerra solo che, a
differenza di quell’epoca, oggi ci sono meno speranze. Le diseguaglianze, le
ingiustizie, le bugie, le discriminazioni, … tutto diventa strutturale come
l’aria inquinata che respiriamo. Dai dati Istat e non solo, sono evidenti le
conseguenze del degrado sociale e ambientale e quanto sia necessario educare a
un modello di sviluppo non basato sulla competitività e sullo sfruttamento
delle risorse umane e naturali. La scuola e la famiglia sono il punto di
partenza per il ripristino del delicato equilibrio tra gli esseri viventi e
l’ambiente. Non si può istruire i minori al lavoro e al mercato, in questa fase
così delicata della loro crescita stanno assorbendo come spugne il disagio del
mondo adulto, le frustrazioni di molti insegnanti, le ansie paranoiche
proiettate dai genitori, i modelli consumistici imposti per ottenere un ruolo
sociale. L’educazione deve formare queste generazioni a una coscienza
umanistica ed etica attraverso la comprensione delle proprie responsabilità individuali
e collettive. I diritti di cui godono non sono merce che si scambia e non sono
ereditari, ma vanno tutelati ogni giorno Siamo circondati da abissi di
violazione dei diritti umani.
Dovremmo avere più cura
per questa generazione di bambini e adolescenti che ancora non sanno chi sono e
che sono costantemente manipolati da false verità che arrestano la loro libertà
di coscienza. E’ urgente dare loro cose più importanti e profonde che li elevano
eticamente poiché sono la premessa del futuro.
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