domenica 21 maggio 2017

Riequilibriamo l’educazione


Può non interessare se parlo di scuola, eppure ogni parte della realtà influenza un’altra parte della realtà … siamo tutti coinvolti!

Il nuovo sistema di ammaestramento e l’alternanza scuola-lavoro hanno accresciuto il numero di organizzazioni private che collaborano con il settore dell’istruzione (e non sono ONLUS). E’ dato sempre più valore ai progetti che all’insegnamento tanto da cambiare la figura del docente da educatore a impresario avviando un sistema di masterificio che non ha precedenti. Corsi su corsi, dove entra di tutto pur di assecondare la miriade di associazioni che promuovono e assecondano le esigenze di questo sistema. Insegnanti sempre più alle prese con corsi e workshop sui temi della trasformazione digitale e sull'imprenditorialità, alcuni ricattati dai nuovi sistemi di assunzione che quantificano e danno priorità ai progetti rispetto all’esperienza e alle qualità pedagogiche di un educatore. Altri sono spinti dai bonus premiatici se il progetto è didatticamente innovativo, per tutti gli altri resta un’ombra sfumata.

Nei cambiamenti indotti diventa obbligatorio adeguarsi e così una cosa condiziona l’altra. Il mercato e la burocrazia hanno infettato l’istruzione, stressando docenti e discenti con orari da schizofrenia.  Si sta creando omologazione, comprimendo la libertà professionale, si considera migliore chi risponde perfettamente alle prove invalsi e si favorisce chi esterna un progetto da chi insegna in classe. Come fa un dirigente a individuare le buone qualità di un insegnante quando non è mai presente a una sua lezione? E quanti sono i veri educatori che con anni di esperienza, abbracciano tutto ciò che è in una classe, che lasciano la porta  aperta a ciò che nessun libro o dogma può offrire e che invece saranno giudicati, a discrezione del dirigente, non idonei a essere assunti solo perché non hanno programmato ed esternato un progetto imposto. E chi mi garantisce che la scuola oggi sia esente da clientelismi, corruzione, peculato e abuso di potere? E’ ormai consuetudine che ogni settore, dove circolano denaro e potere, non è immune da questi comportamenti illegali. Il trionfo del tecnicismo e il dogma mercatistico stanno sbaragliando il fine della scuola, la considerazione dell’età del destinatario e il compito fondamentale dell’insegnante. E che importa se si allarga la dipendenza da smartphone o non si conosce il congiuntivo, persino il bignami, in questa cultura frammentata, affrettata e dispersiva, sembra un’enciclopedia. A nulla serve il tempo dedicato ai progetti se non c’è continuità, elaborazione ed esperienza tra ciò che s’impara e le scelte che si compiono! A nulla serve il premio sul riciclo e il rispetto della natura se poi intorno all’edificio scolastico si contano decine di bottiglie di plastica, cicche e mozziconi di sigarette. Dov’è l’effetto educativo? E potrei continuare … tutto ciò che si ricava da questa incertezza, è la competizione e la spaccatura tra docenti, la confusione tra gli alunni e l’illusione degli effetti dei progetti ad hoc.

 Se apro la finestra sul mondo, non c’è da allegrarsi, dai dati Istat sembra un paese uscito dalla guerra solo che, a differenza di quell’epoca, oggi ci sono meno speranze. Le diseguaglianze, le ingiustizie, le bugie, le discriminazioni, … tutto diventa strutturale come l’aria inquinata che respiriamo. Dai dati Istat e non solo, sono evidenti le conseguenze del degrado sociale e ambientale e quanto sia necessario educare a un modello di sviluppo non basato sulla competitività e sullo sfruttamento delle risorse umane e naturali. La scuola e la famiglia sono il punto di partenza per il ripristino del delicato equilibrio tra gli esseri viventi e l’ambiente. Non si può istruire i minori al lavoro e al mercato, in questa fase così delicata della loro crescita stanno assorbendo come spugne il disagio del mondo adulto, le frustrazioni di molti insegnanti, le ansie paranoiche proiettate dai genitori, i modelli consumistici imposti per ottenere un ruolo sociale. L’educazione deve formare queste generazioni a una coscienza umanistica ed etica attraverso la comprensione delle proprie responsabilità individuali e collettive. I diritti di cui godono non sono merce che si scambia e non sono ereditari, ma vanno tutelati ogni giorno Siamo circondati da abissi di violazione dei diritti umani.

Dovremmo avere più cura per questa generazione di bambini e adolescenti che ancora non sanno chi sono e che sono costantemente manipolati da false verità che arrestano la loro libertà di coscienza. E’ urgente dare loro cose più importanti e profonde che li elevano eticamente poiché sono la premessa del futuro.






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