lunedì 29 aprile 2013

Crisi e disperazione

Oggi molti si chiedono perché questa violenza, non tutti riescono a motivare atti di quella natura; poi ci sono loro, sciacalli e perbenisti, che si prodigano a condannare e prendere provvedimenti. Lo fa Alemanno che accusa chi inveisce continuamente contro il ‘Palazzo’, lo fa Alfano che promette più scorta e auto blu. Un modo consueto di garantire protezione e velare responsabilità. Che fare quando le fabbriche chiudono, i licenziamenti si diffondono nell’indifferenza totale di chi si occupa esclusivamente di equilibri finanziari? E suscita emozione le condizioni del brigadiere Giuseppe Giangrande che non c'entrava nulla, anche loro rischiano la vita in situazioni di abbandono dalle stesse istituzioni che oggi li proclamano eroi. E’ un momento questo, dove i ricchi ingrassano, la casta politica protegge il suo piccolo mondo, mentre il popolo sta male… inevitabile l’esasperazione, gesti folli, disperati. C’è chi piange e non spara e c’è anche chi, lacrime non ne ha più. No, nel dolore, io non condanno ed esprimo la mia solidarietà a Giuseppe Giangrande, forse anche il mio è un tentativo di andare oltre il bollettino d'informazione per riflettere sulle cause e gli effetti di un gesto che ha turbato le nostre coscienze.

Nessun commento:

Posta un commento