mercoledì 9 ottobre 2013

Dopo la pioggia....


 















 
 
Oggi è così, ed è in questo camminare sulla terra bagnata che penso a come possiamo essere felici. Le parole del contadino sono chiare e non rallegrano, non può raccogliere i frutti del suo lavoro, ..... mi parla del suo orto allagato e della sua rassegnazione. Dove va la ricerca? Cammino e mi sento impigliata in nuovi problemi, un attimo prima ero felice di trascorrere il pomeriggio a camminare sulla terra bagnata. Attraverso le cose questa felicità genera una divergenza. La bellezza della camminata diventa surrogato, io creo l’emozione felice ed è solo sensazione che fa nascere pensieri che qui esprimo con parole. Tutto è surrogato, la memoria vincola, inutile evitarla perché non libera. Ecco, la felicità non si trova nel pensiero, non sta nel desiderio, non ha un’identità. Se c’è solo sensazione, si perde a contatto con le cose che la negano, non posso agganciarla a una coscienza piacevole, può essere meraviglia, stupore, commozione ..... ma anche dubbio, coscienza, idea, vanto, paura. L’incognito mi lega alla mia indefinibile umanità.

A volte le cose ci colpiscono .. e  tutto ha un senso

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