giovedì 8 ottobre 2015

Ancora Guerra


 
L’Italia ha già deciso “con i nostri alleati di contrastare con la forza” per combattere l’Isis.

 Ricordo, quando al primo sentore in cui l’Italia sosteneva i “nostri alleati” in una “missione bellica”, le piazze si riempivano e le scuole si svuotavano. Una sensibilità apartitica fatta di colori e di solidarietà di gente di ogni età. Oggi i nostri giovani non sanno neppure in che mondo vivono.


Foto Gabriella Parra

A scuola s’insegna come diventare un uomo d’affari, una persona di successo, ma la conoscenza dei testi non è la realtà. La politica è ormai una malattia mondiale, un virus che sta infettando ogni cosa. L’obbedire senza reagire è negare la libertà. L’autorità di una qualsiasi idea o di chi afferma di sapere è qualcosa di alterante ... resterò sempre nella convinzione che la scuola deve operare una profonda trasformazione negli esseri umani, s’impara non solo dai libri ma da ogni cosa che muove la vita.

Non illudiamoci, in questo modo, di tenere le nuove generazioni fuori dalla sofferenza. Continuiamo a fare le guerre, chiamiamole intelligenti o salvifiche se combattono il pericolo numero 1. Ma si sa che non è solo il "nemico" ad armarsi, siamo noi "pacifisti" occidentali che armiamo il nemico. L’Isis ha le sue colpe ed è terrificante il suo agire … ma le armi che usa sono anche nostre. E mi rende triste che al Ministero della Difesa ci sia una donna, Roberta Pinotti, che non esprime quel modo diverso di concepire la realtà tipica dell’archetipo femminile. In questa ministra manca la cultura che porta a comprendere le vie più profonde dell’esistenza.
Dov'è finita la Costituzione?

Di Lei faccio buon uso fin che sono educatrice. La materia è incandescente, la politica è servile agli interessi personali e alle alleanze forti. Il ripudio alla guerra è un valore sacro, non solo nel rispetto della fonte principale del nostro ordinamento, ma perché i nostri giovani possano creare le condizioni sempre più favorevoli al negoziato e alla pacifica convivenza. Non possiamo più condizionarli in quel quadro politico nel quale vivono.





 

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